quinta-feira, 11 de março de 2010

História (106) - Especial: italianos na Imprensa anarquista brasileira (6)

Ao analisar no trabalho Brasile: Gli anarchci italiani a San Paolo, Isabelle aborda o ativismo do jornal Germinal. 
 
"Germinal , che succede a Palestra Social, non offre informazioni sui movimenti di protesta che scoppiano a San Paolo durante la sua esistenza. Solo poche allusioni, sempre tardi e quando tutto è finito. Se l'argomento non appare nel giornale, non vuol dire che i redattori si disinteressano della questione sul terreno. Anzi gli anarchici di Germinal fanno sentire la loro voce durante gli scioperi) e partecipano alle riunioni delle associazioni, ma ne rimangono delusi.

Secondo Angelo Bandoni, uno dei redattori del giornale, strutturate come sono, le organizzazioni non possono portare a niente di concreto: le riunioni avvengono di rado e raramente danno luogo ad un dibattito serio . Ed è forse a questa inefficienza constatata a San Paolo che si può attribuire il fatto che Germinal pubblichi articoli sempre più antiorganizzatori che contengono frasi come queste: 'Non organizziamoci né cerchiamo d'irregimentare gli altri. Questo metodo di lotta, oltre a mettere sotto la vigilanza speciale della reazione dei sodalizi d'insofferenti che alla prima uscita saranno battuti e respinti, è affatto contrario alla concezione logica d'una palingenesi anarchica. Lasciamo le illusioni dei miglioramenti immediati e lavoriamo senza calcolo – di ricompense prossime o lontane – per la grande Rivoluzione Sociale. Ciascuno di noi scriva, parli, canti o gridi – secondo le sue attitudini – il perché siamo anarchici e che significa anarchia, senza curarsi di far numero. Fino a tanto che ci sentiremo dire: 'Quello è un compagno' ".

L'avvento della rivoluzione è ancora al di là da venire" . Quando Germinal evoca, dopo un mese che è cominciato, uno sciopero in una fabbrica tessile de quartiere del Bom Retiro, lo fa con uno scopo ben preciso. Si tratta di sottolineare l'azione nefasta dei socialisti e il cattivo funzionamento delle leghe. Infatti, durante questo sciopero sono stati distribuiti sussidi unicamente agli scioperanti iscritti alla Lega di resistenza promossa dai socialisti .

A parte questo caso, Germinal praticamente non abborda il problema dell'organizzazione se non per commentare avvenimenti non brasiliani. Il giornale commenta un articolo di Oreste Ristori sullo sciopero parziale pubblicato in un giornale argentino. Si tratta di dimostrare che lo sciopero parziale è un'arma pericolosa per gli operai. Infatti, se lo sciopero fallisce, ci si ritrova peggio di prima, maltrattati dal padrone, o peggio senza lavoro. E anche se gli operai vincono lo sciopero, il padrone riesce sempre a recuperare quello che ha perso a danno degli operai. Il ragionamento è il seguente: essendo le lotte parziali inutili e dannose, anche le organizzazioni che propugnano questo mezzo di lotta sono inutili e dannose. La resistenza legale, che basa la sua azione sulle lotte nel campo economico, è dunque una mistificazione

História (105) - Especial: italianos na Imprensa anarquista brasileira (5)

No texto Brasile: Gli anarchici italiani di San Paolo Isabelle Felici traça um breve panorama dos ideais anárquicos difundidos pelos imigrantes italianos a partir de jornais editados em São Paulo (em lingua italiana e também em português) no final do século XIX e início do século XX. A seguir um trecho deste trabalho no qual a autora passa em revista alguns dos títulos existentes

“I primi giornali anarchici italiani di San Paolo hanno da fare i conti con problemi diversi da quello dell'organizzazione operaia, e in primo luogo quello della loro esistenza. Gli Schiavi Bianchi, L'Asino Umano, L'Avvenire e L'Operaio, che escono dal 1892 al 1896, subiscono i contraccolpi della repressione. I loro redattori sono a più riprese arrestati, poi quasi tutti costretti all'esilio

. Il problema non si pone dunque prima del 1898. Il Risveglio, che nasce in quella data vede coesistere nel proprio seno le due correnti, un favorevole all'organizzazione, rappresentata dal tipografo Alfredo Mari, e l'altra molto critica nei riguardi dell'organizzazione, con Gigi Damiani. La prima fase del giornale, in cui è direttore Alfredo Mari, dà largo spazio alle organizzazioni operaie che si stanno costituendo a San Paolo, come quella dei tipografi, a cui Alfredo Mari appartiene, quella dei cappellai, dei calzolai, dei falegnami. La seconda fase del giornale, che vede Damiani come direttore, è caratterizzata da un orientamento decisamente antiorganizzatore con molti accenti individualisti. Non appaiono più notizie delle organizzazioni operaie ed i redattori del giornale si dichiarano contrari all'organizzazione che ritengono incompatibile con l'anarchia. La distinzione non è però così semplice. Per Damiani, non si tratta tanto di organizzare la lotta quanto di provocarla, di fare in modo di coinvolgere gli operai che si trovano, secondo lui, in uno stato d'apatia per cui preferiscono dedicarsi all'alcool piuttosto che alla politica.

Contro quest'apatia, Damiani incita gli operai a quello che chiama non l'organizzazione ma l'associazione. Egli scrive: 'Ce ne va di mezzo il pane, la vita, la libertà di voi e dei vostri figli. Se è vero che li amate, sforzatevi a preparare loro giorni migliori' . Durante l'esistenza del Risveglio, non avvengono fatti suscettibili di concretizzare il discorso che rimane dunque teorico. Invece con Palestra Social, un giornale anarchico, italiano malgrado il titolo, che nasce nel 1900 ), gli anarchici si trovano di fronte alle prime lotte tra capitale e lavoro che si registrano a San Paolo. L'evento più rilevante in questo campo, commentato da Palestra Social, riguarda degli operai che non sono né italiani né brasiliani ma francesi, quelli impiegati in una vetrerie ad Agua Branca, un quartiere di San Paolo. Questi operai, che protestano per una rottura del contratto che avevano firmato prima di lasciare la Francia, hanno causato, secondo un redattore di Palestra Social, 'lo sciopero più importante che ci sia mai stato in San Paolo' .

Il giornale dà ampio spazio a questo sciopero e aiuta gli scioperanti con danaro e assistenza linguistica. In questa occasione, e sul problema delle organizzazioni operaie in generale, gli anarchici di Palestra Social si oppongono ai socialisti dell'Avanti!, di cui è direttore Alceste De Ambris. A più riprese, Palestra Social incita gli operai ad associarsi ma li mette in guardia contro il pericolo del parlamentarismo: 'Raccomandiamo ai nostri compagni d'iscriversi nelle nasciture leghe di resistenza e di prendervi parte attiva e per dare sviluppo al movimento economico e per non lasciarsi sfruttare dagli aspiranti alla deputazione. Raccomandiamo ai lavoratori tutti di non lasciarsi infinocchiare da facili promesse e di non tramutare o lasciar trasformare associazioni operaie in sezioni di un partito che rimanda alle calende greche la redenzione sociale, tutto piegando ed asservendo ad una tattica di partito che può portarvi ad effimeri miglioramenti è vero, ma con mezzi e con armi che invece di darvi coscienza di vostra forza di perpetueranno nel pregiudizio che solo dall'alto possa venire la salvazione' " .